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Giunto alla soglia del sessantesimo libro pubblicato, Michele Monina decide di rendere omaggio alla sua terra natale. Terra natale in realtà omaggiata in tutte le sue pubblicazioni, dagli articoli ai romanzi, passando per i reportage e le biografie dei tanti cantanti di cui si è occupato, infilata anche di forza nelle sue narrazioni e nei suoi saggi di critica musicale. Il più importante scrittore anconetano degli ultimi decenni decide, tra il serio e il faceto, di vestire i panni del bardo, e di cantare un'ode ad Ancona, al Monte Conero e più in generale alle Marche, finendo per fare quel che sempre ha fatto nei suoi scritti, raccontare storie, costruire aneddoti, suggestionare il lettore e portarlo a spasso, con la fantasia, per una terra che mai come in questo caso gli è cara e familiare. "Seppellite il mio cuore sul Monte Conero" è una canzone d'amore scritta per i luoghi nei quali affondano le sue radici, amore non sempre ricambiato, ma non per questo meno vivo e appassionato.